Il ruolo della soglia di adattamento
Tutte le persone, nessuna esclusa, sono soggette a comportamenti occupazionali ripetitivi e scorretti e sono perciò sottoposte all’effetto dell’ambiente e quindi a condizioni di stress e tensione psico-emotiva. Noi tutti siamo soggetti, direi con frequenza giornaliera, a condizioni di “lotta o fuggi”.
Ma, allora, perchè certe persone sviluppano questi sintomi più o meno importanti e altre no?
Negli ultimi 20 anni il dentista è stato considerato il capro espiatorio per tutti i mali del corpo. Quando vi è un sintomo che non si riesce a spiegare la conclusione è la seguente: “bene allora mandiamolo dal dentista perchè potrebbe essere causato della masticazione”.
Quante persone, per condizioni naturali o provocate, presentano diffetti nella masticazione che vanno dallo scorretto combaciamento, alla mancanza di elementi dentari in aree piu’ o meno estese?
Quante di queste persone sviluppano sintomatologia? Molto poche!
Quante persone ogni giorno vengono trattate dal dentista e quante di queste dopo aver messo una protesi nuova iniziano ad avere sintomi? Anche il numero di queste persone è molto basso.
Perchè le donne soffrono di questa sintomatologia in modo nettamente superiore rispetto agli uomini? In effetti il 90% dei nostri pazienti disfunzionali sono donne.
Esiste un parametro comune che, nonostante abbiamo a che fare con una moltitudine di parametri complessi, possa in qualche modo spiegare perchè certe persone siano sintomatiche ed altre no?
Negli ultimi 20 anni mi sono occupato e mi sto tutt’ora occupando- in modo approfondito del problema dei pazienti disfunzionali per capirne il più possibile le cause.
La conclusione a cui sono giunto è la cosiddetta “soglia di adattamento”.
La soglia di adattamento non è un “argomento di psicologia” ma rappresenta un meccanismo molto complesso che trova le sue origini sia nell’ eredità genetica individuale, che nel modo in cui questi geni si sono espressi e si esprimono in relazione alle condizioni ambientali in cui viviamo.
L’adattamento si esprime attraverso la percezione che ognuno di noi ha in primo luogo del proprio corpo, e poi del mondo che ci circonda.
La percezione è sempre una condizione soggettiva.
Quando rientra in determinati parametri, che in qualche modo vengono definiti fisiologici, questa soggettività è considerata oggettività, quindi “reale”.
Facciamo un esempio: la percezione della temperatura.
In un locale dove ci sono 20 gradi centrigradi una persona puo’ stare in maniche di camicia, oppure con un maglioncino leggero, oppure con una giacca leggera. In questo caso la percezione soggettiva della temperatura rientra nei limiti fisiologici. Se però una persona si mettesse un capotto pesante, e magari sciarpa e guanti, allora non potremmo certo dire che la percezione soggettiva sia fisiologica.
I meccanismi percettivi sono in qualche modo alterati.
Come una persona può avere alterazioni più o meno rilevanti nella percezione della temperatura ambiente, così le stesse disfunzioni percettive possono manifestarsi per le situazioni più diverse, da quelle prettamente materiali a quelle esclusivamente sensoriali — “psicologiche”.
Anche il meccanismo delle disfunzioni e delle patologie psico-affettive si basa sullo stesso principio di alterazione nell’elaborare le informazioni che riceviamo attraverso gli organi di senso, siano questi rivolti verso l’interno del nostro corpo oppure verso il mondo esterno.
Nel grafico della pagina seguente viene riportato un esempio per meglio capire le correlazioni che intecorrono tra soglia di adattamento, percezione soggettiva degli stimoli (stressors), frequenza degli stimoli e latenza di ritorno del sistema biologico dopo la percezione e reazione ad uno stimolo.
La latenza di ritorno è il tempo che intercorre tra la percezione dello stimolo, con conseguente alterazione del sistema biologico, ed il ritorno ai valori di base (partenza) del sistema biologico stesso.
Come esempio prendiamo il fatto di premere l’accelleratore di un auto (stimolo): si ha un aumento dei giri del motore (effetto dello stimolo, alterazione dei parametri biologici) ma, rilasciato l’accelleratore, quest’ultimo ritorna allo stato di giri iniziale (latenza di ritorno). Se il motore ha un tempo breve per ripristinare il “minimo”, questo corrisponde ad una latenza di ritorno breve, se il “minimo” richiede tempo per essere ripristinato, allora la latenza di ritorno è lunga. Un sistema è tanto più efficiente tanto più corta è la latenza di ritorno dopo uno stimolo.
Il livello di soglia di adattamento fisiologico medio è rappresentato in bianco, quelli di adattamento inferiori alla soglia in rosso e quelli superiori in verde.
Le linee gialle verticali rappresentato gli stimoli (stressors) che vengono conferiti a determinati intervalli di tempo.
E’ facile immaginare la moltitudine di combinazioni che si possono verificare in relazione all’intensità dello stimolo, alla reazione individuale a questo, alla latenza di ritorno (quanto tempo passa prima che gli effetti dell’eccitamento del sistema nervoso ritornino alla norma), alla soglia di adattamento individuale, alla frequenza degli stimoli (stressors), al fattore di sommazione degli stimoli, ecc..
Il grafico verde rappresenta la percezione dello stimolo da parte di un soggetto con buon adattamento. Lo stimolo evoca una risposta lieve del sistema e si ha un ritorno alla norma prima che il sistema venga stimolato nuovamente. Uno stimolo anche lieve, però, può provocare una percezione soggettiva anomala se la soglia di adattamento e’ molto bassa (prima linea orizzontale rossa).
Il grafico arancione rappresenta la percezione dello stimolo da parte di un paziente disfunzionale. Come si può notare lo stesso stimolo ha provocato una risposta soggettiva molto più intensa, la latenza di ritorno è più lunga e quando il sistema riceve un secondo stimolo, questo viene sommato al primo, in quanto non si era raggiunta ancora la linea basale di attività. Continuando gli stimoli, questi comportano facilmente il superamento della soglia media ed eventualmente anche di soglie di adattamento più elevate (linee orizzontali in verde).
Il grafico rosso rappresenta la percezione dello stimolo da parte di un paziente con adattamento di tipo patologico. Uno stimolo anche lieve viene percepito con intensità tale da superare la soglia fisiologica media di adattamento. I tempi di latenza di ritorno sono molto lunghi, e quando vengono percepiti stimoli multipli si produce una sommazione immediata degli stessi, tale da causare effetti comportamentali non solo disfunzionali, ma anche patologici.
Tutte le persone, comunque, se sottoposte a stimoli troppo frequenti possono sviluppare sintomi per effetto della sommazione. Il nostro sistema biologico ha bisogno di un tempo minimo per “resettarsi”, perciò stimoli troppo frequenti e prolungati nel tempo tendono ugualmente a provocare sintomatologia (grafico verde piu’ chiaro).